Sperando di farLe cosa gradita Le scrivo unicamente per esprimere un parere assolutamente soggettivo sull’unica Sua produzione, fortuitamente e fortunosamente, in mio possesso. Premetto che sono un amante del bello, del gusto (mero gusto gastronomico non-metaforico), della sensazione “tattile evocativa” nonché del “giusto” accostamento di sensazioni appaganti i 4 su 5 sensi (purtroppo non riesco ancora ad annoverare l’udito nel mio meteo di valutazione delle pipe in mio possesso)….giungo finalmente al punto…..ho acquistato un paio di mesi fa una Sua pipa (squared panel billiard con bocchino in cumberland, generosa nelle dimensioni del fornello) da Tabaccheria del corso di Rimini basandomi unicamente su motivazioni estetiche. Ebbene..dopo diverse fumate a suon di Virginia (di tutti i paesi e tutte le marche) posso dire che ho finalmente trovato “l’ospite” adatto, nonché definitivo, per il Samuel Gawith Best Brown….in altre parole dopo tutte le pipe che ho provato da dieci anni ad ora (inclusi vari produttori come Dunhill e Castello per inciso) l’unica pipa Sesa in mio possesso (la squared panel di cui sopra per inciso) è stata l’unica pipa con la “P” maiuscola che mi ha permesso di gustare il BB di SG nel modo più completo possibile. In particolare ha esaltato la sua dolcezza (cosa che ho potuto peraltro apprezzare anche con pipe create da Suoi illustri colleghi), la sua “salinità” (questa sfaccettatura è stata enfatizzata dalla Sua pipa più che da ogni altra) e il suo carattere bilanciato (in medio stat virtus….merito della Sua selezione e/o lavorazione/stagionatura della radica unita alla lavorazione…..non lo so….e sinceramente non ho l’esperienza tecnica per esplicare ciò) al contempo come nessun altra pipa è mai stata in grado di fare….proprio così non mi vergogno di fare una meschina comparativa fra marchi….comparando la resa in fumata dello stesso tabacco (SG-BB sbriciolato a mano e lasciato asciugare per 1 e mezza poi caricato a piena carica secondo gradiente di spessore senza pressare).
Per tutto questo volevo ringraziarla augurandole una proficua e duratura produzione dal momento che le sensazioni “arcaiche” che il gusto e la percezione di un momento ci evocano sono inestimabili anche per l’uomo più ricco del mondo.
Mi congedo con un sorriso e con l’invito a mantenere parte del Suo lavoro fruibile anche a quegli estimatori del Gusto che per mere ragioni economiche non potrebbero giovare del Suo ottimo senso estetico nonché della Sua indubbia abilità di Mastro pipaio.
Sperando di non averLa annoiata porgo i miei più cordiali saluti scusandomi anche per l’uso smodato di subordinate e incisi, tanto ostili a Umberto Eco, presenti nel mio encomio.
Albione
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