Un caldo torrido a Torino, metà luglio, mentre mi reco a conoscere un nuovo artigiano, Branko Sesa, citato nel nuovo libro Cachimbos di Josè Maria Lopez. Branko mi accoglie nella sua casa ben arredata e, dopo le presentazioni di rito, ci trasferiamo in sala dove ci sediamo a chiacchierare della sua passione, appena nata, sorseggiando the e caffè turco. Quarantadue anni, nato in Croazia, laureato in Filosofia all’Università di Zagabria, viene in Italia 11 anni fa per motivi di lavoro e di disordini civili che infestavano il suo paese.
Nato praticamente a contatto con ogni tipo di legno nei boschi croati, vive in un condominio tra un suo caro amico che produce pipe, per il quale nutre ammirazione, curiosità ma anche un po’ di invidia per quegli oggetti bellissimi ricavati da una placca di legno, e uno scultore e intarsiatore di legno: da entrambi comincia ad apprendere, almeno mentalmente, la passione per l’erica arborea, l’intarsio e la pipa.
Dal 1996, già in Italia, comincia per divertimento a fare dei piccoli lavoretti in radica, ciondoli, collane, e solo per mancanza di spazio non comincia quella che da li a poco diventerò una sua grande passione, la pipa e l’attrazione assoluta, coltivata fin da bambino, per il legno. Proprio conoscendo sua moglie Marina, ricava dalla cantina dei suoceri, adibita a vera cantina per i vini, un piccolo spazio che attrezza con semplici macchine, le solite: un tornio, una lucidatrice a nastro, una sega circolare, vari trapani e, immancabile, la lucidatrice a vari feltri per le successive fasi di rifinitura della pipa e per la lucidatura a carnauba, nonché, ultimo acquisto, una sabbiatrice.
Ma il vero lancio è quando, per l’acquisto di bocchini, conosce Mauro Gilli, noto per le sue stupende riparazioni, per le altrettanto curatissime pipe e bocchini in metacrilato, ebanite, cumberland, ambra e corno, e da li stringe una solida amicizia che conterà molto nel prosieguo della sua passione. Branko riceve da Mauro le nozioni di base sulla fabbricazione e rifinitura dei bocchini, dall’innesto arrotondato per evitare l’acquerugiola, fino alla parte finale, svasata a perfezione. Mauro gli da consigli anche sulle pipe, consigli che Branko, estroso e creativo, mette subito in atto. Nell’autunno 2001 comincia a produrre pipe, e le critiche positive lo caricano ancor più di quello che è già per natura. Compra radica calabra e si aggira sulle 30/35 pipe all’anno. Il problema ora è la vendita, anche se la sua resta prima di tutto una passione. Comincia a girare i tabaccai, ma trova nei mercatini il suo punto di contatto e, molto importante, di scambio di informazioni con il pubblico di esperti e meno esperti fumatori, che gli farà accrescere immensamente la sua conoscenza del mondo pipario. Da li, la sua simpatia unita alla grande maestria nel fare le pipe, attira sempre più fumatori e collezionisti. Poi il passaparola fa il resto.
Le sue pipe nascono assolutamente a seconda della vena che Branko sprigiona in quel preciso istante, seguendo scrupolosamente le linee fiammate del ciocco o della placca che ha davanti a se. Un 90% di pipe lisce, alcune delle quali addirittura da bacheca, altre, la maggior parte, con una fiammatura da far invidia ai migliori pipemakers italiani; il restante lo dedica alla rusticatura, canonica o a pelle di coccodrillo. In futuro sono previste semisabbiature. Prezzi assolutamente onesti, se non bassi, per la qualità e la precisione del lavoro. Ogni pipa della sua produzione, ancora limitata, è curata in ogni minimo particolare: dall’interno del fornello perfetto, all’andatura della fiamma o dell’occhio di pernice, all’innesto del bocchino, in metacrilato, e alla lavorazione dello stesso, a volte impreziosito con legni di bosso e radica. Tutto fatto praticamente a mano, con molta pazienza e grande passione. Una passione che sicuramente lo lancerà in questo mondo fatto di genio e sregolatezza, e unico e stupendo proprio per questo.
Lo congedo ringraziandolo per l’estrema cordialità e simpatia avuta durante le 2 ore passate con lui, gli faccio i miei più sinceri complimenti per le sue creazioni, ma non prima di averne acquistato un paio per la mia collezione personale, che sicuramente si rivaluterà per l’amore e il tempo che Branko ha dedicato a loro.
Marco Poltronieri/Luglio 2005
A cura della redazione di MPC
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